mercoledì 14 febbraio 2018

The Bookmark (10): "Nessuno può volare" di Simonetta Agnello Hornby



Autore: Simonetta Agnello Hornby
Titolo: Nessuno può volare
Casa Editrice: Feltrinelli
Collana: Narratori
Pag. 220
Luogo: Milano
Anno: 2017







Per il lettore alla ricerca di un approccio alla disabilità, propria o di un proprio caro, questo nuovo libro della Hornby si rivela molto utile, oltre che piacevole. La narrazione è costituita da due filoni temporali separati, il passato della famiglia Agnello in Sicilia e il presente della famiglia Agnello Hornby a Londra.

Questo viaggio nel mondo della diversità ha inizio con un’affettuosa carrellata di familiari della scrittrice portatori di qualche handicap più o meno evidente. Nel passato ricostruito dalla Hornby la disabilità, quale che essa sia, non viene apertamente definita ma entra a far parte della quotidianità e minimizzata allo scopo di rendere normali pur nella loro “specialità” individui parte della famiglia. Ecco perché il lettore fa la conoscenza di ciechi che “non vedono bene”, di obesi che “sono pesanti”, di zoppi che “fanno fatica a camminare”.

Il passato familiare della scrittrice funge da trampolino di lancio per il racconto della disabilità del figlio, George, che scopre di essere affetto da sclerosi multipla. La malattia e il suo progredire danno modo alla scrittrice e al figlio di scoprirsi più coraggiosi di quanto pensassero di essere, di comprendere che anche nella sofferenza si può vivere nella normalità, e che “prima si piange e meglio è”. Certo, essere disabili non è affatto semplice. Non è semplice nella vita privata e ancor meno lo è in quella pubblica. Le relazioni con gli altri e col mondo rischiano di essere compromesse. 

La possibilità di affrontare con tranquillità una semplice passeggiata o la visita al museo in sedia a rotelle non è affatto scontata, e il livello di civiltà non è uguale in tutti i paesi europei. In molti di essi, infatti, il disabile sembra quasi inconsistente. Poco o troppo poco è adeguato alla sua condizione. Spesso viene fatto sentire un peso, eccezion fatta per quei pochi casi in cui il rispetto per la persona supera le barriere architettoniche anche “a forza di braccia”. Ma l’importante è non perdersi d’animo. 

La rabbia, lo scoramento sono sentimenti comprensibili in situazioni di questo tipo, ma devono necessariamente arrendersi alla positività perché si viva in modo il più possibile normale.

Se è vero che i libri istruiscono, quelli di Simonetta Agnello Hornby confermano questa tesi e, anzi, vanno oltre servendosi di una semplicità dell’espressione di un’ironia e giocosità tipici della sua scrittura.


Rossella Muratore

venerdì 30 dicembre 2016

L'ALBERO ECOLOGICO 2016!!

E' alto quasi 5 metri, largo circa 2,5 ed è composto da migliaia di bottiglie di plastica di differenti colori e misure. 

Quest'anno ci son voluti:

- la partecipazione di buona parte della popolazione e dei Bar pettinesi, Bar Torcivia, Caffè del Duomo, Roxy Bar di Storniolo Rocco, Laura Maria Rudilosso, Oliva Russo (Sig.ra Storniolo),Pippo Pedano (fotografo), Graziella Parollo, Giuseppe Natoli, Giovanni Alferi, Epifanio Di Francesca (1985), Marina Cirami, Erika Di Pietro, Pino Pappalardo (Ercolino), Angelo Sanguedolce e tutti gli altri : GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE; 

- 3000 bottiglie di plastica; 

- l'OK dell'Amministrazione Comunale (suolo pubblico, illuminazione pubblica, transenne);

 - circa 3 km tra corde, cordini, lenza da muratore e filo da giardinaggio; 

- la struttura in ferro che lo sostiene, per l'ampliamento della quale ringraziamo la Fim di Belbruno; 

- l'impegno e la costanza degli iscritti dell'Associazione, ciascuno secondo la propria disponibilità, dall'ideazione alla realizzazione e specialmente: Rosario Russo, Giuseppe Drago, Antonino Pappalardo, Ninni Cuva, Isabella Storniolo, Antonella La Rosa, Carmen Gerbino, Mariella Zangara, Sebastiano Di Francesca, Antonino Pedano e Carmelo Giglio, Gioacchino La Rosa. 

- oltre 60 ore di lavoro, senza distinzione tra il giorno e la notte e tanta pazienza e perseveranza; 

- la collaborazione pratica delle persone che ci hanno supportato materialmente e psicologicamente: Carmelo Machì, Angelo Sauro, Gioacchino Liberti, Angelo Piscitello, Michele Bruno, Gerbino Rosario, L'angolo Per la Casa, Ferramenta & colori di Barberi Frandanisa Gaetano, Epifanio Di Francesca (1984). A loro e agli altri che non sono qui citati va il nostro GRAZIE!; 


Un Grazie particolare a: 

- Don Orazio Sapenza, parroco emerito della nostra parrocchia, che ci ha ospitati e ci ha dato la possibilità di "accantonare" le bottiglie per un mese; 

- Giovanni Belbruno (classe 1986), instancabile e sempre presente! 

- Sig.ra Lina ved. Belbruno e al figlio Angelo, che ci hanno aperto le porte di casa e permesso di usufruire del loro garage; 

- Le Famiglie Di Francesca-Miserandino, Liberti-La Rosa e Oieni per la loro capacità di supportarci e sOpportarci per ben 5 gg. consecutivi; 

- Nicola Storniolo e la moglie Cinzia de L'angolo Per la Casa per averci "donato" parte del materiale che ci è servito. 


Come lo scorso anno, restiamo convinti che in un'epoca in cui le feste, come quelle natalizie e di fine anno, sono diventate emblema del consumismo, produttore dei rifiuti che inquinano il Nostro Pianeta, si può ancora dimostrare che, con quegli stessi rifiuti, è possibile realizzare qualcosa di monumentale, artistico ed esteticamente apprezzabile, in grado di: 

- dare spazio alla creatività della gente; 

- favorire il coinvolgimento attivo dei cittadini; 

- creare proficue sinergie tra gente di diversa età, estrazione sociale e dai differenti interessi; 

- arricchire uno spazio pubblico, in questo caso la PIAZZA CROCE di Pettineo; 

- contribuire a creare il clima natalizio. 

Così abbiamo voluto augurare a tutti un sereno Natale e auspicare un ottimo 2017, all'insegna del rispetto dell'ambiente e del riciclo funzionale al bene collettivo e allo spazio in cui viviamo. 


Ancora AUGURI!!! 


         
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                                     #dialogosbuonefeste #lalberoecologico #lalberopiubello

lunedì 29 agosto 2016

The Bookmark (9): "Il caffè dei miracoli" di Franco di Mare



Autore: Franco di Mare
Titolo: Il caffè dei miracoli
Casa editrice: Rizzoli
Luogo: Milano
Anno: 2015

In dotazione alla Biblioteca Comunale di Pettineo







Alle sei del mattino, con la piazza deserta e il portone della chiesa ancora chiuso, quel… coso lì in mezzo sembrava addirittura più maestoso di quanto non fosse in realtà. Venanzio se lo trovò di fronte appena girato l’angolo. Peserà un paio di tonnellate, a occhio e croce, forse anche tre, pensò mentre lo rimirava, il mento appoggiato sull’asta della mazza. Tu va’ a sapere com’era arrivato fino a lì. Certo è che il giorno prima non c’era, poco ma sicuro.

Bauci, un paese di poche anime su un promontorio affacciato sulla costiera Amalfitana, è il teatro della commedia umana sapientemente narrata da Franco Di Mare, giornalista, scrittore e conduttore televisivo Napoletano.

La vicenda si sviluppa tutta intorno alla comparsa inaspettata di una scultura, dalle forme nude e proporzioni abbondanti, collocata nottetempo e all’insaputa dei più, sulla piazza principale del paese. “Nulla di strano né di sensazionale”, potrebbe pensare il lettore. Ma quella nudità di pietra rivolge il suo mastodontico fondoschiena alla chiesa principale del paese, tanto da essere visibile dall’altare, e per di più nel periodo dei festeggiamenti in onore della patrona di Bauci, Santa Eufrasia e per i quali persino il vescovo è atteso dalla comunità.

Sembra quasi l’inizio di una rappresentazione teatrale e forse lo è, poiché l’arrivo della Maya Tropical di Botero (un’opera in realtà mai scolpita dallo scultore, il quale entusiasticamente si è prestato al gioco di Di Mare) coincide con l’avverarsi di fatti inspiegabili, qualcuno drammatico, altri più frivoli e che gettano la comunità nel vortice della curiosità e delle più fantasiose congetture.

In questa giostra di paese, tutti i suoi personaggi cominciano a girare: il sindaco con le sue mire personali; il capo dell’opposizione pronto a contrastare il suo avversario più per motivi privati che politici; il prete, preoccupato dei costumi disinvolti dei fedeli; il barista a caccia di imperdibili novità, la fruttivendola e il netturbino che sperano nell’arrivo di un amore tardivo preludio di felicità; il maresciallo esempio di intuito e prudenza; gli intellettuali, forse troppo idealisti, sempre pronti a spendersi, senza pensare alle nefaste conseguenze dell’azione dell’ignoranza sulla cultura.

Chi, vivendo in una piccola realtà, non ha mai osservato un tale teatrino che invita talvolta all’amarezza talvolta a un sorriso?

Se è vero che scrivere di quel che si conosce è il primo passo per scrivere bene, allora forse è altrettanto vero che leggere di ciò che si vive è il primo passo per appassionarsi alla lettura. È questo il caso del Caffè dei miracoli che con i suoi personaggi innesca nel lettore un processo automatico di identificazione.

Rossella Muratore

lunedì 16 maggio 2016

The Bookmark (8): "Solo bagaglio a mano" di Gabriele Romagnoli



Titolo: Solo bagaglio a mano
Autore: Gabriele Romagnoli
Pag. 96
Casa Editrice: Feltrinelli
Anno: 2015

Il testo è in dotazione alla Biblioteca Comunale di Pettineo.



«Sono stato al mio funerale e ho imparato qualcosa sulla vita. Poche cose, ma quando sono tornato al mondo, facendone tesoro, ho campato meglio».

 Di vita ce n’è soltanto una. Lascia intendere bene Gabriele Romagnoli nel breve ma illuminante libro sugli assalti del superfluo che non ci lasciano vivere davvero. In meno di 100 pagine il giornalista e scrittore raccoglie esperienze di vita proprie o altrui che dovrebbero portare ognuno di noi a riflettere più spesso sul modo in cui conduciamo la nostra esistenza. 

 Dovremmo vivere da protagonisti, e invece siamo soltanto spettatori della nostra vita, trasportati da mille ansie e paure, da mille progetti che ci sembrano necessari e che invece ci sottraggono l’unica cosa preziosa che potremmo sfruttare per essere felici: il tempo che ci è stato concesso.
Possedere, vincere, apparire non coincidono con “vivere”. Sono parole vuote, inutili al nostro andare in questo mondo.

Da stolti quali siamo, ci affanniamo al raggiungimento di mete che forse non ci occorre raggiungere; a cercare consensi di cui non abbiamo affatto bisogno; a coltivare la “conoscenza” di persone che prima o poi ci presenteranno il loro “torna-conto”. Ci carichiamo di pesi che ostacolano il nostro cammino.

Conducendo un curioso “esperimento di morte” dal potere rivelatorio nel sud della Corea, e passando in rassegna anche alcuni episodi della sua vita, lo scrittore ci racconta, in modo semplice e diretto, quanto ci si sacrifichi ogni giorno per uniformarsi al “sentire comune”, quanto inutilmente ci si affligga per la conquista di una felicità preincartata.

La vita è un viaggio. Si parte. Non si sa bene quando il viaggio terminerà, ma si è certi che terminerà. Occorre solo scegliere cosa si vorrà portare con sé, il tipo di bagaglio.
Come vorremmo che fosse? Pesante? Ingombro dei macigni del passato e delle ansie del futuro? Oppure leggero, essenziale come essenziale dovrebbe essere il bagaglio di chi vuol viaggiare per godersi veramente il viaggio? A noi la scelta. A noi tocca liberarci del superfluo.



Rossella Muratore