Autore: Simonetta Agnello Hornby
Titolo: Nessuno può volare
Casa Editrice: Feltrinelli
Collana: Narratori
Pag. 220
Luogo: Milano
Anno: 2017
Per il lettore alla ricerca di un approccio alla disabilità, propria o di un proprio caro, questo nuovo libro della Hornby si rivela molto utile, oltre che piacevole. La narrazione è costituita da due filoni temporali separati, il passato della famiglia Agnello in Sicilia e il presente della famiglia Agnello Hornby a Londra.
Questo viaggio nel mondo della diversità ha inizio con un’affettuosa
carrellata di familiari della scrittrice portatori di qualche handicap più o
meno evidente. Nel passato ricostruito dalla Hornby la disabilità, quale che
essa sia, non viene apertamente definita ma entra a far parte della
quotidianità e minimizzata allo scopo di rendere normali pur nella loro
“specialità” individui parte della famiglia. Ecco perché il lettore fa la
conoscenza di ciechi che “non vedono bene”, di obesi che “sono pesanti”, di
zoppi che “fanno fatica a camminare”.
Il passato familiare della scrittrice funge da trampolino di lancio
per il racconto della disabilità del figlio, George, che scopre di essere
affetto da sclerosi multipla. La malattia e il suo progredire danno modo alla
scrittrice e al figlio di scoprirsi più coraggiosi di quanto pensassero di
essere, di comprendere che anche nella sofferenza si può vivere nella normalità,
e che “prima si piange e meglio è”. Certo, essere disabili non è affatto
semplice. Non è semplice nella vita privata e ancor meno lo è in quella
pubblica. Le relazioni con gli altri e col mondo rischiano di essere
compromesse.
La possibilità di affrontare con tranquillità una semplice passeggiata
o la visita al museo in sedia a rotelle non è affatto scontata, e il livello di
civiltà non è uguale in tutti i paesi europei. In molti di essi, infatti, il
disabile sembra quasi inconsistente. Poco o troppo poco è adeguato alla sua
condizione. Spesso viene fatto sentire un peso, eccezion fatta per quei pochi
casi in cui il rispetto per la persona supera le barriere architettoniche anche
“a forza di braccia”. Ma l’importante è non perdersi d’animo.
La rabbia, lo
scoramento sono sentimenti comprensibili in situazioni di questo tipo, ma
devono necessariamente arrendersi alla positività perché si viva in modo il più
possibile normale.
Se è vero che i libri istruiscono, quelli di Simonetta Agnello Hornby
confermano questa tesi e, anzi, vanno oltre servendosi di una semplicità dell’espressione
di un’ironia e giocosità tipici della sua scrittura.
Rossella Muratore
Nessun commento:
Posta un commento