Titolo: La dama e l’unicorno
Autore: Tracy Chevalier
Pag. 286
Casa Editrice: Beat
Luogo di pubblicazione: Milano
Anno: 2014
Non
so voi, ma non sempre preferisco leggere le ultime uscite. Spesso in libreria,
una quarta di copertina o un risvolto mi convincono a compiere qualche passo
indietro. È stato il caso di questo romanzo che mi ha riportata alla fine del
XV secolo e che è stato pubblicato in Italia nel 2003, per la prima volta da
Neri Pozza.
Nicholas
Des Innocents è un pittore miniaturista a cui un parvenu parigino, Jean Le
Viste, entrato nelle grazie del sovrano di Francia, commissiona delle pitture
per un ciclo di arazzi, che rappresentino la battaglia di Nancy. Ma il pittore,
ispirato da una storiella con cui è riuscito a ottenere i favori di tante
giovani a servizio di nobili famiglie, ed essendosi invaghito di Claude Le
Viste, figlia del committente, convince quest’ultimo a ripiegare sulla
rappresentazione della conquista del mitico unicorno da parte di una nobildonna.
I simboli della seduzione, della gioventù e dell’amore in luogo di una fiera
battaglia.
La
frivolezza dell’idea di Nicholas Des Innocents legata al suo stile di vita
godereccio e la paziente e competente attività artigianale dei tessitori di
Bruxelles, a quell’epoca capitale dell’arazzeria europea, ben si contrappongono
nella narrazione, mentre gli arazzi, giorno dopo giorno, prendono forma e
colore sotto le mani esperte dei tessitori. Come farfalle in un bozzolo, solo
alla fine del lavoro si mostreranno agli occhi di artigiani e committenti in
tutto il loro splendore.
Tra
realtà e finzione, in una giostra di personaggi che ambiscono chi al potere,
chi al denaro, chi all’amore di fanciulle pronte a sbocciare, i veri
protagonisti sono le allegorie di un ciclo di splendidi arazzi, che raccontano
i termini dell’intera vicenda e le cui origini restano ancora un mistero.
Rossella Muratore